Speciale sulle università

Dopo la gelata invernale e un periodo in cui il movimento studentesco si era in parte ritirato all’interno dei bacini universitari impegnato nella sperimentazione di percorsi di autoformazione, nell’autogestione di spazi liberati, nell’apertura delle biblioteche, ecco che ora gli studenti tornano a scendere nelle strade.

Dall’altra parte della barricata, là dove lo stato e le sue declinazioni diffuse sul territorio dispiegano i loro agenti di contenimento, recupero e controllo, c’è un palese cambio di passo. Fà testo la dichiarazione del Ministro Brunetta:" Gli studenti sono guerriglieri e come tali vanno trattati". Di fronte all’aumentare dei licenziamenti, dei cassaintegrati, dei disoccupati, di fronte ad una crisi della rappresentanza che ha colpito soprattutto a sinistra, di fronte ai sommovimenti sottotraccia che scuotono la tranquilla rassegnazione a cui le nostre generazioni sembravano destinate, di fronte ad una questione sociale che torna a far parlare di sé, ecco che lo stato si riorganizza tentando di spuntare le armi delle "classi pericolose". Limitazioni al diritto di sciopero, protocolli sui cortei manifestare, fascisti nelle università, pacchetti sicurezza decretati dai senati accademici, a Napoli la polizia spara…

Eppure a Bologna in mille violano il divieto di manifestare, a Roma finite le scarpe gli studenti lanciano i sassi, a Torino i fascisti vengono cacciati dall’università e a Milano riprendono riprendono sotto nuove forme i cortei spontanei. Passato l’autunno, che venga il maggio?

Ne parliamo attraverso alcuni collegamenti da Napoli, Roma, Bologna e Milano.

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